Tour Amazzonia Colombia
I 3 giorni passati in Amazzonia sono stati sicuramente i giorni che hanno reso questo viaggio indimenticabile.
Deviare per l’Amazzonia è stato sicuramente un “sacrificio”. Voleva dire prenotare una data certa per il volo di andata e ritorno, che avrebbe indubbiamente limitato un pochino la nostra libertà in corso di viaggio. Voleva infatti dire spendere una bella cifra di aereo e perdere due giorni per gli spostamenti.
L’unico punto di accesso all’Amazzonia è nell’estremo Sud della Colombia, precisamente nella graziosa cittadina di Letizia. A proposito, se siete alla ricerca di un soggiorno vi consiglio caldamente El Rifugio de la Foresta.
Nonostante i contro, l’avventura in Amazzonia, è una di quelle avventure che un viaggiatore non può non includere nel suo itinerario di viaggio.
Ovviamente per poterne godere appieno abbiamo dovuto appoggiarci ad una guida nativa. Dopo innumerevoli ricerche, abbiamo deciso di appoggiarci a Amazonas Jungle Tour (al costo di 300€ a persona, compreso di vitto e alloggio).
Prima di partire ero assalito da mille dubbi: sarà troppo turistico? Sarà la solita farsa ed esibizione per i visitatori (sulla falsa riga dell’isola di Amantani in Perù).
Vedrò mai uno spaccato di vita reale delle tribù Amazzoniche?
Si parte!
Diamine! Tutti i dubbi sono spariti in due minuti! Romanì, la nostra guida nativa, ci ha fatti salire su un battello pubblico che da Letizia ci ha portato in un paio d’ore a Puerto Narino,
Il battello è l’equivalente di un autobus, che tra una sponda e l’altra del Rio delle Amazzoni, effettuava le sue fermate caricando o facendo scendere locali che si inoltravano in chissà quali punti della foresta.

Puerto Narino, che dire, qui il mondo si è completamente fermato. Chiunque ti incontra ti saluta con un sorriso a 32 denti (veramente alcuni molti meno..), si presenta e continua con le sue faccende quotidiane. Bambini che escono da ricreazione, girovagano da soli per il paese, e rientrano autonomamente in classe a tempo debito.
La cosa che più mi ha colpito? Nessuno ti avvicinava per venderti nulla! Un bracciale, acqua, un gelato… niente! Non c’è alcun interesse, se non quello di onorare il visitatore. E questo in ogni villaggio che abbiamo incontrato.
Prima giornata in Amazzonia
Il primo giorno, dopo esserci sistemati in un graziosissimo Hostel, abbiamo indossato i nostri stivaloni di gomma, imbracciato il nostro poncho impermeabile (entrambi forniti dall’agenzia), e ci siamo inoltrati nella foresta pluviale.

A quel punto è iniziata una magia di suoni, profumi, intervallata da scrosci d’acqua fragorosi ed improvvise schiarite. Abbiamo avuto la fortuna di incontrare sulla nostra strada scimmie, uccelli di colori improbabili, abbiamo ammirato il gigante del Rio, il Pirarucu (un pesce che arriva fino a 3 mt e che non poteva che farmi pensare al caro vecchio Sampei).
Fin quando poi non è calata l’oscurità e le emozioni si sono moltiplicate. La foresta ha cominciato ad animarsi di esseri fino ad allora rimasti nell’ombra: rane velenose dai colori fluorescenti, scorpioni, tarantole, insetti di dimensioni inimmaginabili (se non nel Film a Bug’s Life o simili).
E la nostra guida? Un vero nativo, che scovava qualsiasi cosa, ci mostrava la sua peculiarità, ringraziava la natura e proseguiva, deliziandoci di Miti e Leggende. Leggende come quella della Curupira, lo spirito della foresta, che si nasconde nel grande albero e rapisce a se i viandanti.
Attenzione, non scherzateci su, loro ci credono veramente, e racconteranno aneddoti su aneddoti, capitati a parenti e conoscenti.
Terminata questa fantastica nottata, tutti a nanna, consapevoli che è stato solo il primo di 3 fantastici giorni.
Seconda e terza giornata in Amazzonia
All’indomani sveglia alle 7:00, pronti per una gita in barca sul Rio (roba da tutti i giorni..) alla ricerca di scimmie e delfini rosa… si, sono proprio rosa!

Allora è li che parte una nuova leggenda narrata dall’accorato Romanì: in poche parole il delfino rosa, secondo le tribù amazzoni, si trasformava di giorno in uomo bianco, conquistava le donne indigene, le metteva incinta e se ne tornava nella notte nel fiume..
Non vi sembra un becero tentativo di spiegare come con l’avvento dei coloni, le donne amazzoni cominciavano a partorire bambini bianchi?? Proprio così!
Terminata questa breve, e alquanto macabra digressione, e dopo un pranzetto a dir poco nuziale, di nuovo sulla nostra barchetta, a pesca di Piranha o di qualsiasi cosa abboccasse!!!
Beh, pesca ricca!!! Innumerevoli Piranha di piccole dimensioni (ributtati in mare), due Piranha di tutto rispetto, 2 pesci Livia ed un bellissimo pesce pescato da Annalisa del quale non ricordo il nome! Il nostro pescato diventerà la nostra cena (il Piranha è strepitoso!).
Prima di far ritorno a Puerto Narino, altra spedizione notturna, questa volta in barca, alla ricerca del temibile caimano!
Romanì, torcia in bocca, scandagliava le coste in cerca di un lumino arancione, ed eccolo li’, l’occhio del caimano che si illumina al riflesso della luce. La nostra guida, un moderno Crocodile Dandee lo afferra a due mani nell’acqua e me lo porge per la foto di rito (un piccolo caimano considerato quello che incontreremo mentre facciamo paciosi il bagno nel mare del Parco Nazionale Tayrona).

Fatta la foto, salutiamo il nostro nuovo amico squamato e torniamo nella nostra dimora. Un ora di barca nel buio più completo del Rio delle Amazzoni. Facile no?
Terzo giorno, breve visita sull’altra sponda del Rio, a far conoscenza di una tribù peruviana (il Rio segna esattamente il confine tra le due nazioni) composta da soli 40 abitanti che ci si presentano ad uno ad uno parlando del loro ruolo nella comunità e ringraziandoci della nostra visita!
Altra splendida giornata tra Are e Orsi perisosi (bradipi).

Finita la nostra avventura in Amazzonia non ci rimangono che alcune considerazioni. Affrettatevi! Nel giro di poco tempo questo paradiso sarà invaso dal turismo di massa, ed inevitabilmente, irrimediabilmente snaturato.
Se siete alla ricerca di un’avventura autentica e per pochi, non pensateci due volte.. AMAZZONIA.
Ciao, mi chiamo Anna, bellissima la vostra esperienza in Amazzonia Colombiana!! Posso chiedervi se avete fatto il vaccino per febbre gialla?
Ciao Anna!! Assolutamente si! È riccamente consigliata in Amazzonia ed obbligatoria al Tayrona!