Un’ avventura ai confini del mondo
Una delle esperienze che non puoi assolutamente perdere in Alaska è l’escursione in Kayak in mare aperto, fin alla base di uno dei suoi ghiacciai.
Ovviamente, a meno che non siate Bear Grylls, il consiglio è quello di appoggiarsi ad un esperta guida locale, che vi accompagnerà lungo il percorso.
Abbiamo deciso di affrontare la nostra avventura in Kayak a largo di Seward, affidandoci all’agenzia Liquid Adventures, alla modica cifra di 400€ cadauno, sì lo so ragazzi, le escursioni in Alaska hanno dei costi imbarazzanti.
L’offerta prevedeva la scelta tra due ghiacciai: Bear Glacier Lagoon (più vicino Seward) e Aialik bay Glacier (più complesso da raggiungere).
Abbiamo optato per la seconda opzione che comprendeva un tratto di avvicinamento in barca in mare aperto che ci avrebbe permesso l’avvistamento della wildlife marina.
Inizia l’avventura
Attraccati a riva ci imbrachiamo con le nostre attrezzature. Io mi dedico al montaggio della Suction Cup Mounts per la GoPro e relativo Gimball (una fantastica ventosa per ancorare la telecamera all’imbarcazione e relativo stabilizzatore motorizzato orientabile da remoto per avere filmati stabili, nonostante l’ondeggiamento, e per cambiare la prospettiva di ripresa).
Prendiamo posto sui nostri Kayak a 2 posti: io e Pier in uno e la povera guida con Mariana nell’altro.
Partiamo così a pagaiare alla volta del grande ghiacciaio. L’andata devo dire che è risultata piuttosto semplice e piacevole. Stupendo il passaggio in mezza ad un immenso banco di meduse fluorescenti.

Man mano che ci avvicinavamo all’imponenza del ghiacciaio aumentava l’intensità della pioggia. Ci ritroviamo così a navigare in un clima surreale, schivando blocchi di ghiaccio e piccoli Iceberg con le mani fradicie e la faccia gelata.
Arrivati al cospetto di sua maestà ghiacciaio, l’emozione è stata impagabile, ed il ticchettio della pioggia sulla superficie dell’acqua veniva di tanto in tanto sovrastato da boati fragorosi: blocchi immensi si staccavano dal ghiacciaio e si tuffavano in mare creando quella scia di ghiacci che ci aveva accompagnato durante l’avvicinamento.

Una scena tanto bella quanto inquietante. Cosa stiamo facendo al nostro pianeta?
Ci mangiamo un ottimo Sandwich di fronte a cotanta grandezza e ci reindirizziamo verso la via del ritorno.

Beh, il ritorno appunto. Controcorrente, con le forze al minimo, le vesciche sulle mani e completamente zuppi. Io e Pier arrancando siamo comunque riusciti a tornare in tempo utile alla barca.
Non posso dire lo stesso della povera guida, che rimasta da sola a pagaiare (Mariana aveva ormai letteralmente tirato il remo in barca, mai espressione più chiara), ha avuto non poche difficoltà per tornare alla base.
Altra grande esperienza, che fosse stato possibile avrei magari preferito vivermi in una bella giornata di sole, ma si sa, in Alaska non si può chiedere troppo al tempo!
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