Escursioni vicino Roma
Giù per la Forra

Torrentismo: appesi nel vuoto sulla Valnerina

Cos'è
Attrezzatura necessaria
L'agenzia
La mia Esperienza

Escursioni adrenaliniche a pochi passi da Roma

Non ti è mai capitato di avere un’incredibile voglia di avventura nonostante la stagione lavorativa non permetta grossi spostamenti? Beh, la nostra Italia sa regalarci splendide avventure da vivere in giornata. Un esempio tra le possibili escursioni vicino Roma? Il Torrentismo.

Cos’è il Torrentismo?

Il Torrentismo non è altro che un’evoluzione un po’ più ricreativa del Canyoning. Un’attività perfetta per chi ama stare a diretto contatto con la natura e non sa decidersi tra il suo amore per la montagna e quella per l’acqua.

Il Torrentismo infatti abbraccia entrambe le passioni portandoti a percorrere il corso tortuoso di un torrente che, attraversando strette gole, angusti passaggi e spaventose cascate, sfocerà a valle immerso nel verde della campagna circostante.

Queste gole, o per essere più tecnici Forre, non sono altro che il risultato della costante ed impetuosa erosione dell’acqua.

Torrentismo
Bellissima esperienza

Ovviamente non si tratta di una semplice passeggiata di montagna, ma di un’attività dedicata a persone discretamente in forma, amanti delle avventure. E’ infatti necessaria un’attrezzatura dedicata che possa garantire un buon isolamento termico (l’acqua dei torrenti è a dir poco fredda, per non parlare dell’aria di montagna) e che possa agevolare la discesa di ripidissime pareti rocciose con la giusta dose di sicurezza.

Il periodo migliore per svolgere questa attività va da fine primavera ad inizio autunno, quando la portata d’acqua dei correnti è ancora importante, ma il freddo non è ancora invalidante.

Attrezzatura necessaria

Come accennato in precedenza, il Torrentismo fonde in un’unica esperienza  caratteristiche di numerose altre discipline, tra cui la speleologia, l’alpinismo, il Free Climbing e la subacquea.

Condizione imprescindibile è dunque il possesso dell’attrezzatura necessaria, familiare agli amanti delle specialità di cui sopra: corde statiche, moschettoni, caschetto, imbrago e muta in neoprene.

Quanto indicato fin qui verrà chiaramente fornito direttamente dall’agenzia alla quale deciderai di affidarti. Ciò che invece dovrai assolutamente portare con te sono un buon paio di scarponi da trekking. Questi ultimi sono necessari a prevenire possibili slogature e soprattutto a mantenere un buon grip, nonostante le pietre viscide e scivolose.

Mad Mad Canyoning

La passione per questa sconosciuta attività è nata in occasione di un’altra bellissima esperienza vissuta alle Cascate delle Marmore. Al termine di una fantastica giornata di Hydrospeed, abbiamo avuto modo di conoscere una guida di Mad Mad Canyoning che ci ha incuriosito a tal punto che non abbiamo resistito, prenotando immediatamente per la settimana successiva.

Sono moltissime le Forre tra Umbria, Abruzzo e Lazio, ognuna con le sue peculiarità. Alcune forre prediligono maggiori attività acquatiche, altre sono caratterizzate da profondissime discese su roccia, mentre altre sono indicate principalmente per utenti esperti.

Noi abbiamo optato per la Forra del Casco, un perfetto connubio tra scivoli d’acqua e discese che culmina con quella che è sicuramente la parte cruciale del percorso: un salto di oltre 30 metri da lasciarti col fiato sospeso solo a guardare.

La mia esperienza

E’ cosi che una Domenica mattina, armati del solito entusiasmo, io ed altri tre amici ci rechiamo al punto di incontro di Ceselli, in provincia di Perugia. Lo spettacolo che ci si mostra dinnanzi agli occhi è bucolico. Nascosto tra le valli della Valnerina, immerso nel verde più totale, il luogo perfetto per una giornata immersi nella natura.

Caricati gli zaini in dotazione di tutta l’attrezzatura necessaria, si parte finalmente per una prima camminata di avvicinamento. Non proprio una passeggiatina, ma un bel trekking in salita per un totale di un’ora circa, che ci porta alla quota di 730 mt sul livello del mare.

Torrentismo
Pronti alla discesa

Raggiunta la cima incrociamo finalmente la potenza del torrente e ci fermiamo per una pausa tecnica atta ad indossare l’imbrago ed a familiarizzare con le funzionalità dei vari attrezzi. Soprassiedo sui vari tecnicismi, la cosa importante è “non mollare mai la corda”, e non farsi prendere dal panico.

Il grosso del lavoro verrà fatto dall’ingegnoso sistema di moschettoni e carrucole, che limiterà al massimo la forza necessaria a trattenervi sospesi nel vuoto. Non è raro però rischiare di farsi prendere dal panico rimanendo appesi come dei salami a diversi metri dal suolo, con l’acqua che ti scorre sul viso.

Torrentismo
Gabriele colpito da una bomba d acqua

Partiamo con un certo timore, ma man mano che le cascate si fanno più profonde, noi ci facciamo sempre più padroni delle attrezzature. Grotte, passaggi ostici, salti, calate, tutto ciò che ci aspettavamo si sussegue senza sosta. Dopo le prime 3 ore si arriva al passaggio che da solo vale l’intera giornata: la cascata di 30 metri, praticamente un palazzo di 10 piani.

Non nascondo di avere dei grossi problemi con le vertigini, quindi quel momento lo spettavo con un certo timore reverenziale sin da quando sono partito. Mi affaccio timido da una spaccatura nella roccia. Caspita! E’ veramente alto!

La nostra guida ci chiede di fermarci e di ascoltarlo attentamente, ci avrebbe indicato tutti i passaggi per affrontare la calata nel miglior modo possibile! Prima di tutto fissare il primo moschettone al cavo di sicurezza ancorato sulla parete rocciosa. Scorrendo per il cavo, una volta giunto il nostro turno, sarebbe stato lui stesso ad assicurare il moschettone di discesa alla corda. Solamente allora avremmo potuto sganciare il moschettone di sicurezza e tuffarci nel vuoto più assoluto.

A questo punto l’indicazione più importante: una volta raggiunta la parete con i nostri piedi, la discesa sarebbe scivolata via senza alcuna difficoltà, un passo dietro l’altro, perpendicolarmente alla montagna. La difficoltà è  però proprio raggiungere la parete con i piedi! Per i primi 7 metri non avremmo trovato alcun punto di ancoraggio. Il nostro compito era esclusivamente quello di dare corda il più velocemente possibile dopo aver spinto con tutta la nostra forza sulle gambe per effettuare il primo salto. La speranza? Quella di non girarsi e perdere totalmente il contatto con la superficie rocciosa, ritrovandosi appesi nel vuoto come salami.

Inutile farsi troppe paranoie, è arrivato il mio turno. Sgancio il moschettone di sicurezza, cerco di non guardare in basso, e mi metto in posizione, con le gambe parallele e perpendicolari alla parete. Piego le ginocchia e uno, due.. tre! Spingo con tutta la forza, cercando di dare corda il più velocemente possibile! Non basta! Mi accorgo che quando l’oscillazione mi riporta di fronte alla parete, le mie gambe, seppur lunghe, ancora non riescono a prendevi contatto! Sarei dovuto scendere di almeno un altro metro!

L’oscillazione mi porta di nuovo lontano dalla parete, ed io continuo a dare corda, nella speranza di non girarmi!

Fortunatamente, quando mi riavvicino alla parete, riesco a trovarla col piede destro e, prima di girarmi del tutto, riprendo la posizione, cominciando a scendere un passo dopo l’altro… Ce l’ho fatta!!

Torrentismo
Quasi terminata la calata di 30 metri

Da quel momento in poi tutto sembra ovviamente più facile, se non fosse che la stanchezza su braccia e gambe comincia a farsi seriamente sentire.

Dopo quattro ore di salti, calate e scivoli, siamo finalmente a valle, affamati come non mai!

Conclusone

Chi ha detto che per vivere esperienze adrenaliniche bisogna obbligatoriamente raggiungere l’altro capo del mondo? Non è fortunatamente così! E se cerchi esperienze ancor più forti, non perderti l’Hydrospeed

 

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