Dove Come Prezzi La mia esperienza
Dove
Ad Est rispetto al lago Issy Kul, a poco più di un’ora da Karakol, si cela tra le vallate più remote del paese un piccolo villaggio paradiso per ogni Trekker, Jyrgalan Valley. Rispetto agli ormai straquotati trekking nei pressi di Karakol, scordati yurte turistiche e gruppi di altri trekker. Ti troverai spesso solo, circondato da mandrie, nomadi e tanta natura selvaggia.
Come
Per organizzare la tua avventura nella Jyrgalan Valley non posso non consigliare Destination Jyrgalan, l’agenzia di riferimento condotta esclusivamente da locali in totale rispetto dell’ambiente che li ospita. Il loro sito è ben fatto ed esplica alla perfezione tutte le possibili opzioni: Trekking a piedi o a cavallo, di un solo giorno o di più giorni.
Il mio consiglio è quello di organizzare un Trekking a piedi di più giorni in modo da poterti addentrare il più possibile nel cuore della valle, allontanandoti da ogni forma di civiltà.
Si può scegliere di svolgere questa attività in completa autonomia, usufruendo delle sole preziose informazioni che non vi verranno mai precluse, di assumere una guida e portare tutto il necessario in spalla, oppure di assumere sia una guida che un portatore con cavallo che ti permetterà di godere appieno dell’avventura senza dover pensare al cibo, alle attrezzature e a null’altro.
Quest’ultima è stata la nostra scelta, mai più azzeccata considerate le difficoltà dei passi che abbiamo dovuto affrontare. Tutti gli zaini erano a carico del cavallo e questo ha agevolato non poco il nostro percorso.
Prezzi
Ovviamente i prezzi differiscono in base ai giorni di Trekking ed al numero dei partecipanti. Fattore fondamentale, almeno per me, non verrai mai accorpato ad altri gruppi ed avrai possibilità di vivere quest’esperienza persino in solitaria.
Per un Trekking in giornata si parte dai 47USD per una persona fino ai 70USD per un gruppo di 4. Per un Trekking di 3 notti e 4 giorni si parte dai 500USD per una persona fino ai 1000USD per un gruppo di 4.
E’ chiaro che più si è più si risparmia, ma già se si è in due i prezzi cominciano ad essere ben rispondenti al servizio offerto.
Nel caso di Trekking di più giorni il consiglio, specialmente in alta stagione, è quello di prenotare già prima della partenza, di modo tale che tutto possa essere organizzato al meglio per il tuo arrivo. Ti verrà richiesto solo un piccolo anticipo del 10% da versare su un conto PayPal.
La mia esperienza nella Jyrgalan Valley
Tra le tante opzioni io ho optato per il Kesenkiya Loop Trek, 3 notti e 4 giorni su e giù per 70 chilometri di vallate ad oltre 3000 metri di altitudine. Come anticipato, abbiamo scelto di usufruire del portatore di modo da poter godere appieno dell’esperienza liberi da ingombranti pesi sulle nostre spalle.
All’arrivo nella Jyrgalan Valley, abbiamo subito prenotato il pernottamento nella loro bellissima Guesthouse Eco-Center Alakol ed effettuato il saldo per le attività dei giorni seguenti. Dopo alcuni istanti di terrore, siamo rimasti piacevolmente sorpresi di come l’agenzia fosse fornita di Pos abilitato al circuito Maestro (non darlo per scontato, neanche i più accreditati CBT ne sono provvisti).
Prima del meritato riposo in vista della 4 giorni, immancabile il falò sulla riva del corso d’acqua che percorre la valle. A farci da tetto la più bella stellata vista nel nostro viaggio. Complice la Luna Nuova, la Via Lattea si estendeva in tutto il suo splendore.

E’ stato allora che ho capito che questo viaggio sarebbe stato probabilmente uno dei più segnanti della mia vita.
Giorno 1
Sveglia alle 7:00, partenza ore 9:00. Facciamo la conoscenza dei due ragazzi Kyrgyzi che ci accompagneranno durante questa avventura, carichiamo gli zaini nella bisaccia del cavallo e ci incamminiamo oltre la valle.
Quando nominavo Kirghizistan ai miei amici, il loro pensiero andava immediatamente ad infinite distese aride. Mai nulla di più sbagliato! Specialmente in questa zona il tema è il verde! Immense praterie verde con fili d’erba non più alti di due dita. Sembrava un campo da calcio tanto il manto risultasse curato.

E’ stato l’argomento principale della prima parte del viaggio: “come diamine è possibile che tutti gli sterminati prati siano cosi’ben tenuti?”. La risposta non si è fatta attendere e ci ha regalato non pochi sorrisi. L’innumerevole numero di mandrie che quotidianamente brucavano l’erba non ne permettevano la crescita smisurata.
In quel momento l’illuminazione:”allora quando davamo della pazza alla Raggi che intendeva curare i parchi pubblici di Roma con le mandrie di pecore, i pazzi eravamo noi?“. E giù risate.
Dopo una prima parte di trekking piuttosto impegnativa per la pendenza, si è proseguito dolcemente con un salita graduale attraverso campi di nomadi tutt’altro che messi li’ per compiacere turisti. Spaccati di vita reale continuavano a scorrere dinnanzi ai nostri occhi fin quando non abbiamo raggiunto il primo sito dove avremmo campeggiato.

Una stupenda vallata attraversata da un fiume, dimora di 3 o 4 famiglie di nomadi. Mandrie ovunque.
Al nostro arrivo si avvicinano due bambini a cavallo. Fratello e sorella, il primo di 4 anni. Era lui a condurre il cavallo. Ci recano in dono una bottiglia di latte fermentato di cavallo. Ad un primo assaggio, imbevibile.. ma dopo tre settimane devo dire che ho cominciato ad apprezzarlo.
La comunicazione era a dir poco difficoltosa, ma con dei gesti eclatanti i due ci invitano a seguirli nella loro Yurta. E’ solo la prima delle tante occasioni in cui delle famiglie di nomadi ci inviteranno nella loro dimora, offrendoci ogni tipo di viveri. Questa è una delle esperienze che maggiormente ricorderò del Kirghizistan. Le prime volte eravamo totalmente imbarazzati.

Cosa facciamo, cosa non facciamo? Vorranno spillarci solo qualche soldo? Assolutamente no! Avevano solo un gran piacere ad ospitare uno straniero nella loro casa. Ovviamente si parlava a gesti, ma anche queste situazioni diventavano delle scenette a dir poco esilaranti.
Prima di andare in tenda a coricarci, ci godiamo il bambino di 4 anni che raduna tutta la mandria, animale dopo animale, al galoppo del suo destriero, su e giù per la valle. Uno spettacolo.
Giorno 2
Sveglia ore 08:00 e colazione sostanziosa preparata dalla nostra guida. Mentre io e Pier ci stropicciavamo ancora gli occhi, il campo era già smontato ed eravamo pronti ad un nuovo giorno. Questa volta si cominciava a fare sul serio.
Prima la salita al Passo Jyrgalan (3332 metri) su di una strada ciottolata non troppo impegnativa, poi un immenso falso piano che ci ha portato, attraverso campi senza la benché minima traccia umana, a ridosso di un fiume in piena.
Ed ora? La fortuna di avere un cavallo! Come su di un traghetto attraversiamo il fiume uno per uno con il nostro destriero per metà immerso nell’acqua gelida. Wow!

Pensando che fosse quella l’unica difficoltà della giornata ci apprestiamo ad affrontare quella che probabilmente si rivelerà la salita più impegnativa della nostra avventura nella Jyrgalan Valley. Chiedo immediatamente alla nostra guida lumi sul livello di difficoltà. Mi risponde “little up”. Imparerò poi a decifrare i loro suggerimenti. Non sarà un lungo tratto di salita, ma una pendenza a dir poco proibitiva che ci ha impegnato per non meno di 2 ore. Alla faccia di “little up”
All’arrivo al campo un altro spettacolo di paesaggio, completamente differente da quello del giorno precedente. Una piccola vallata arroccata su di un versante della montagna, lontana persino dagli accampamenti nomadi.

Stanchi della scarpinata ci godiamo una calda zuppa (il freddo comincia a farsi sentire) e ci riposiamo in tenda. Ci attenderà il più complesso dei giorni.
Giorno 3
Memore delle salita del giorno precedente chiedo subito il programma della giornata. Questa la risposta: “Litte Up, Down, Little Up, Down Down Down Down Down!”. Concentrato sui “little up”, che oramai avevo inquadrato dal giorno precedente, ho completamente sottovalutato il “down down down down down”, ma ne parliamo ahimè dopo.
Il primo passo va via abbastanza rapidamente, le gambe cominciano a girare, e lo spettacolo che ci si presenta dinnanzi vale tutta la fatica. Di fronte a noi una bellissima vallata e nel mezzo due laghi turchesi. Di fronte a noi il passo che ci avrebbe impegnato la seconda parte della mattinata. Sicuramente il più alto della nostra 4 giorni, ma leggermente meno diretto di quello affrontato il giorno precedente.
Una volta scollinato anche questo passo si rivela uno spettacolo per i nostri occhi e, non contenti, decidiamo di affrontare un’ulteriore scalata per assecondare le mie manie da Nerd. Avevo bisogno di una bella panoramica col Drone per il mio filmato di viaggio, e quella cima era perfetta.

La guida accetta di buon grado il mio invito, anzi, era il più entusiasta! Raggiunta la cima è stato un’ora a fare foto di ogni tipo. Questo è un momento che mi ha profondamente colpito. Mi ha ricordato quando io, nel tragitto casa lavoro, percorro tratti di Roma che farebbero impazzire chiunque nel mondo ed io spesso neanche mi volto a guardarmi intorno.
Terminate le mie pratiche di volo pranziamo e ci apprestiamo ad affrontare il “down down down down down”. Era ovvio che dopo tutto quel salire saremmo dovuti scendere prima o poi. Non mi aspettavo però queste pendenze.
La discesa è stata molto impegnativa, con dei punti esposti e da affrontare con particolare cautela. Fortunatamente la guida mi ha prestato una bacchetta che mi è stata molto utile a non scivolare in alcuni punti. Peri prossimi trekking sarà un Must Have.
Arrivati a valle un altro bellissimo sito per il Camp, circondato da decine di alberi. Se avessi portato la mia amaca da viaggio l’avrei sicuramente montata (a proposito ti consiglio questi fornitori nel caso fossi interessato amacagigante.it e tropilex.com)
Altro volo con il drone ed ultima notte in tenda.
Giorno 4
L’ultimo giorno è tappa di ritorno a Jyrgalan. Un’altra salita, questa volta denominata dalla nostra guida “Little Little Up” ed infine un infinito falsopiano che ci ha dolcemente riportato al villaggio.
Cosa portare
Cosa è necessario portare durante questa bellissima avventura?
- Sacco a pelo
- Occhiali da sole
- Crema solare
- Scarpe da Trekking
- Indumenti impermeabili
- Una termica per la notte (se soffri il freddo le temperature la notte saranno molto rigide)
- Carta igienica
- Filtro acqua UV o a carboni attivi (Potrai abbeverarti esclusivamente da fonti d’acqua naturali quali fiumi e laghi. L’acqua è potabile, ma berrai in compagnia di animali di ogni tipo. La sicurezza non è mai troppa)
- Bastoncini da Trekking
Nel video del mio viaggio in Kirghizistan questa esperienza nella Jyrgalan Valley è ripresa dal minuto 00:45 e 01:53
È un piacere leggere i tuoi racconti! Sto prendendo appunti 🙂
Grazie mille Michela!! Questa è una terra veramente lontana dal turismo inteso dalla massa. È un luogo che però tocca ogni corda di chi ama viaggiare a diretto contatto con la natura e con la gente che la popola. Spero di averti invogliato a partire!!